Le Dune: un patrimonio da difendere

La duna costiera, oltre a rappresentare un ambiente naturale di grande bellezza, svolge un ruolo importantissimo per l'ecosistema che la comprende. Essa costituisce una riserva naturale di sedimento per la spiaggia e ne rallenta l'erosione, garantendo attraverso la vegetazione spontanea che la popola, l'arresto e il deposito della sabbia che altrimenti sarebbe dispersa verso l'interno dall'azione del vento. Inoltre, disponendosi a cuneo con il vertice proteso verso il mare, i primi cordoni di dune sopportano l'azione dei venti marini carichi di salsedine, attenuando la loro forza, deviandoli verso l'alto e svolgendo in tal modo una funzione difensiva nei confronti degli ecosistemi più interni. L'esistenza della duna è possibile solo grazie alla vegetazione presente lungo il litorale, costituita da un numero di specie relativamente basso, ma fortemente specializzate e adattate ad un ambiente difficile, caratterizzato da forte insolazione estiva, elevata e frequente ventosità e, soprattutto, alta salinità del substrato.
Dal 1960 ad oggi, il 75% delle dune dei Paesi dell'Europa mediterranea è scomparso e ciò che resta corre gravi rischi di estinzione. I motivi sono molteplici, ma uno dei principali è senz'altro il progressivo degrado della vegetazione della duna dovuto al calpestio e al continuo passaggio che apre varchi nel fronte dunale dove l'incessante azione del vento avvia processi di rapida erosione. L'emergenza ambientale rappresentata dal rischio di veder scomparire questo bellissimo habitat può essere affrontata in due modi: con la drastica chiusura al pubblico di tutto il litorale interessato o con l'affermarsi di nuovi comportamenti basati sulla conoscenza e sul rispetto.
Oggi è in atto il coraggioso tentativo di mettere in pratica questa seconda ipotesi: consentire a tutti l'accesso libero all'area con la possibilità di usufruire di una serie di servizi (ristorazione, noleggio attrezzature, servizi igienici, infermeria), al contempo mantenendo, anzi migliorando lo stato dell'ambiente tramite un'attività di controllo, di monitoraggio ed una serie di interventi di recupero. Tale obiettivo non è raggiungibile senza la collaborazione di tutti, in primo luogo dei frequentatori dell'area ai quali si richiede il rispetto del divieto di accesso all'area dunale, una particolare attenzione alla produzione e al deposito di rifiuti e un comportamento che garantisca a tutta la cittadinanza, compresa quella futura, di poter continuare a godere di un ambiente di grande valore e bellezza.


Le dune di sabbia costiere

Come nascono le dune
Le dune si formano lungo le coste, dovunque si via una sufficiente quantità di sabbia e vento per trasportarla. Portata al sistema costiero dalle onde del mare, la sabbia viene sollevata dal vento che la sospinge verso l'interno. Un qualunque ostacolo interposto al cammino del vento può dare avvio all'accumulo di sabbia che originerà la duna: le linee di flusso del vento, in corrispondenza dell'ostacolo, si disgiungono e proseguono il loro cammino leggermente deviate, creando sul lato sottovento (al riparo dell'ostacolo) una zona in cui la velocità del vento diventa sensibilmente inferiore ed incapace a proseguire il trasporto dei granelli che vengono così depositati. Se la sabbia a disposizione è sufficiente e se il vento continua a spirare nella stessa direzione per un lungo periodo, il primitivo accumulo si trasformerà in una duna. La formazione di dune che costituiscono un cordone costiero ha inizio spesso in corrispondenza dei detriti portati alla deriva dal mare ed allineati sulla spiaggia. Questi detriti formano un ambiente favorevole per l'insediamento delle piante a partire da semi o da altre parti vegetali. Si tratta, in genere, di piante annue, cui succedono graminacee perenni.
Questi colonizzatori primari, non a caso definiti piante pioniere, trattengono i granelli formando piccoli cumuli e dando così inizio al processo di formazione delle prime dune mobili.

Crescita e consolidamento delle dune
Le graminacee contribuiscono a trattenere nuova sabbia, così da formare le vere e proprie dune mobili che possono raggiungere svariati metri di altezza. Al tempo stesso sulle dune ormai consolidate altre piante possono sopraggiungere, particolarmente arbustacee tolleranti ai sali. Le dune di sabbia sono un elemento molto importante dell'ecosistema della costa sabbiosa
Le dune di formazione più vecchia, e le aree che si trovano alle spalle delle grosse dune di fronte al mare, sono in grado di fornire sostentamento ad una varietà ancora più ampia di piante. Le foreste dell'ambiente marino si sviluppano proprio su di esse, mentre vicino gli stagni d'acqua dolce tra le dune si trovano specie di palude e d'acquitrino tipiche di questi ambienti.
La sabbia trasportata dal vento si deposita dove la sua velocità diminuisce per la presenza di ostacoli, come ad esempio i detriti abbandonati sulla spiaggia dalle mareggiate; questi detriti formano in ambiente favorevole per l'insediamento delle piante. Nascono così piccoli ciuffi di graminacee. Altre piante possono poi trasformare gradatamente la distesa di sabbia in un'area verde.

A cosa servono le dune?
Le dune che formano un cordone continuo servono come barriere all'impeto delle burrasche. Un'altra funzione consiste nel fungere da riserva di sabbia per la spiaggia durante l'assalto del mare in tempesta. Le onde, in questa occasione, erodono la sabbia dalla spiaggia e dalle dune di fronte al mare depositandola poi lungo un nuovo profilo di costa, variabile in funzione dell'energia delle onde stesse.
L'integrità della fascia dunale, con la sua caratteristica forma a cuneo con il vertice proteso verso il mare, è condizione indispensabile per proteggere gli ecosistemi più interni, attenuando la forza dei venti marini carichi di salsedine (e di inquinanti) e deviandoli verso l'alto: gli attraversamenti trasversali creano delle pericolose aperture dove il vento si infiltra, arrivando a mettere allo scoperto la vegetazione faticosamente insediatasi in questo ambiente difficile, caratterizzato da vento, aridità, incoerenza del suolo, oltre ai problemi derivanti dalla presenza dell'uomo.

Un ambiente da proteggere
Le dune sono però strutture piuttosto fragili, che possono essere danneggiate dal traffico automobilistico e pedonale. E dove le dune vengono distrutte, subito subentra un'erosione ad opera del vento. Anche se le dune hanno un discreto potere di recupero, esso tuttavia non può contrastare i danni che l'azione congiunta delle forze naturali e di un uso indiscriminato arrecano.
La formazione di nuove dune di barriera o la ricostruzione delle vecchie, che sono state danneggiate, può essere effettuata trattenendo la sabbia trasportata dal vento con vegetazione frangivento, o steccati. La scelta migliore è comunque quella di evitare la fruizione non rispettosa impedendone il calpestio, la distruzione della vegetazione, l'apertura di sentieri.
La duna costiera, oltre a rappresentare un ambiente naturale di grande bellezza, svolge un ruolo importantissimo per l'ecosistema che la comprende. Essa costituisce una riserva naturale di sedimento per la spiaggia e ne rallenta l'erosione, garantendo attraverso la vegetazione spontanea che la popola, l'arresto e il deposito della sabbia che altrimenti sarebbe dispersa verso l'interno dall'azione del vento. Inoltre, disponendosi a cuneo con il vertice proteso verso il mare, i primi cordoni di dune sopportano l'azione dei venti marini carichi di salsedine, attenuando la loro forza, deviandoli verso l'alto e svolgendo in tal modo una funzione difensiva nei confronti degli ecosistemi più interni. L'esistenza della duna è possibile solo grazie alla vegetazione presente lungo il litorale, costituita da un numero di specie relativamente basso, ma fortemente specializzate e adattate ad un ambiente difficile, caratterizzato da forte insolazione estiva, elevata e frequente ventosità e, soprattutto, alta salinità del substrato.
Dal 1960 ad oggi, il 75% delle dune dei Paesi dell'Europa mediterranea è scomparso e ciò che resta corre gravi rischi di estinzione. I motivi sono molteplici, ma uno dei principali è senz'altro il progressivo degrado della vegetazione della duna dovuto al calpestio e al continuo passaggio che apre varchi nel fronte dunale dove l'incessante azione del vento avvia processi di rapida erosione. L'emergenza ambientale rappresentata dal rischio di veder scomparire questo bellissimo habitat può essere affrontata in due modi: con la drastica chiusura al pubblico di tutto il litorale interessato o con l'affermarsi di nuovi comportamenti basati sulla conoscenza e sul rispetto.
Oggi è in atto il coraggioso tentativo di mettere in pratica questa seconda ipotesi: consentire a tutti l'accesso libero all'area con la possibilità di usufruire di una serie di servizi (ristorazione, noleggio attrezzature, servizi igienici, infermeria), al contempo mantenendo, anzi migliorando lo stato dell'ambiente tramite un'attività di controllo, di monitoraggio ed una serie di interventi di recupero. Tale obiettivo non è raggiungibile senza la collaborazione di tutti, in primo luogo dei frequentatori dell'area ai quali si richiede il rispetto del divieto di accesso all'area dunale, una particolare attenzione alla produzione e al deposito di rifiuti e un comportamento che garantisca a tutta la cittadinanza, compresa quella futura, di poter continuare a godere di un ambiente di grande valore e bellezza.

Le associazioni vegetali tipiche
della duna

L'esistenza della duna è possibile solo grazie alla vegetazione presente, costituita da un numero di specie relativamente basso, ma fortemente specializzate e adattate ad un ambiente difficile, caratterizzato da forte insolazione estiva, elevata e frequente ventosità, e, soprattutto, alta salinità del substrato. La diretta influenza di questi fattori fa sì che, al variare anche minimo della distanza dal mare e della morfologia del suolo, debbano variare anche le caratteristiche degli apparati aerei, radicali e vegetativi delle piante presenti; si hanno perciò differenti associazioni vegetali che si susseguono parallelamente alla linea di riva. All'aumentare della distanza dalla riva la vegetazione cambia aspetto assumendo un carattere più continuo: si passa dalle piante isolate ai pulvini, poi a macchioni di dimensioni crescenti per estensione ed altezza, per poi evolvere nella macchia alta ed al bosco. Procedendo dalla spiaggia verso l'interno troviamo:

Salsolo-Cakileto
Associazione costituita da specie terofite alofite pioniere (erba cali e rughetta di mare) che rappresentano l'avanguardia del sistema e che spariscono completamente durante le mareggiate invernali, attualmente poco diffuse anche per l'uso balneare della spiaggia.

Agropireto
La fascia di vegetazione, nella zona prossima alla riva che a volte è raggiunta dalle onde, è costituita da graminacee che rappresentano le prime piante perenni. Si tratta soprattutto delle specie Sporobulus pungens e Agropyron jungeum che formano l'associazione Agropyretum. Le specie presenti sono piante con apparati radicali ramificati e parte aerea contorta che tende ad intrappolare le particelle trasportate raso terra.
Il loro compito è di stabilizzare il substrato dando vita a dune embrionali e svolgono dunque un'importante funzione pionieristica. L'associazione presenta un valore di copertura variabile dal 3% al 15% ed è caratterizzata da: gramigna delle spiaggie, vilfa, ed erba mora. La sua tipica localizzazione è sul versante rivolto alla costa della duna; ma si trova anche sulla prima duna, compenetrata con l'ammofileto.

Ammofileto
Sulla sommità delle dune e sui versanti opposti, l'associazione vegetale caratteristica è l'Ammofileto, che comprende delle specie con apparati aerei ben sviluppati che fungono da frangivento, intrappolando cospicue quantità di sedimento trasportato dal vento; esse prolungano i germogli vero l'alto in modo di evitare il seppellimento. Edificatrice delle prime dune mobili; questa associazione anche se frammentaria, presenta un grado di copertura alquanto elevato, variabile nella zona dal 35% al 60%. L'associazione è caratterizzata da sparto pungente o ammofila, pastinaca marina, erba medica di mare, cardo eringio ed è la vegetazione più tipica delle dune e la meglio conservata. Le specie dell'Ammofileto svolgono inoltre l'importante funzione di iniziare la formazione del suolo: le loro foglie secche, cadendo sul terreno, si trasformano in humus ed iniziano ad arricchire la sabbia.

Centaureetum sphaetocaephalae
Altre specie più esigenti, che necessitano di un maggior riparo dal vento e di un suolo più ricco riescono così a svilupparsi sulle dune mobili più antiche, esse formano questa associazione: la centaurea, la crucianella marina, l'elicriso, cui si unisce il giglio di mare o pancrazio, bellissimo, prezioso e tutelato dalla Legge (Legge Regionale 19 settembre 1975, n. 61-Norme per la protezione della flora erbacea ed arbustiva spontanea).

Le depressioni interdunali
Nelle depressioni tra le linee di dune, dove affiora la falda o si raccolgono le acque piovane, piccoli ristagni di acqua dolce o salmastra consentono la presenza di specie tipiche degli habitat palustri; le associazioni vegetali sono quelle del Juncus acutus e dell'Erianthus ravennae; presenti la canna e la cannuccia, l'ontano nero, la tamerice, il luppolo.